La Statua Della Madonna Del Rosario

La Madonnina attualmente posta nella chiesa di S. Maria, e ritrovata da don Enrico Vago nel 1974, è diventata un importante riferimento di devozione per gli assaghesi. In sintesi ne ricordiamo la storia attraverso alcune testimonianze lasciate da don Enrico.

Scrivo questi fatti per la gloria di Dio e per onorare la Madonna del Rosario e ringraziarli per il grande dono che stanno facendo ad Assago.

(…) Quando sono arrivato ad Assago sono rimasto impressionato da una statua della Madonna, allora posta sull’altare maggio­re: “Nostra Signora delle Vittorie”, la sta­tua della Madonna del famoso santuario soprannominato “el Domm de Asagh.”

Già, la statua della Madonna, ma qual è la più antica e da quanto tempo è fra noi? Per questo continuai le mie ricerche con maggior ardore e le catalogai come segue.

1620 Legato Andena

“Il legato è stato fondato il 5 agosto 1620 da Michele Andena di Assago rilasciando agli Scolari del S. Rosario il debito che avevan contratto con lui nel 1625 di lire 400 imperiali obbligandosi nello stesso tempo a fare celebrare all’altare della Madonna una messa ogni settimana, davanti al si­mulacro della Vergine del Rosario”. (È la prima volta che invece di pittura si parla di simulacro. Penso che la Confraternita aveva comprato la statua vestita) 1690 Liber Chronicon 1 °

“di più li stesso anno si è fatto un bal­dacchino per portare la Madonna del

Rosario, la quale si è portata con gran­dissima solennità”

1690 Protonotario Apostolico

“ai cari fedeli di Assago insieme al Parroco, noi concediamo di portare in processione il simulacro della Madonna”

1701 Libro della Confraternita

“il 15 agosto si è celebrata la festa della Madonna Assunta con parata della statua della Madonna” (Così si continuerà per molti anni fino al 1734) –

1759 festa di S. Eurosia

“si porta con devozione il venerabile simulacro di S. Maria SS. per la terra”

1760 Liber Chronicon 1

 “si acquistò una nuova corona della Ma­donna del Rosario” (Sarà la corona del rosario o la corona che porta in testa?) –

1747 visita del card. Pozzobonelli

“in mezzo alla cornice di gesso c’è la sta­tua della Beata Vergine Maria e ai lati ci sono altre due statue”

1774 Libro della Confraternita

“si fece un nuovo manto di zusnino (?) bianco ricamato d’oro e seta per la statua di Maria SS. del Rosario”

1822 Inventario delli Beni della Chiesa

“in una stanza della casa parrocchiale evvi pure comò ove stan riposti tutti gli abiti preziosi della Beata Vergine Maria nonché tutti i paramenti solenni”

1860 Liber Chronicon 1

“fu fatta una nuova statua della Madonna del Rosario e costa lire 482. In occasione della benedizione della statua della Madonna si fecero grandiose feste”

La Madonna del Rosario prima e dopo il restauro

Da queste ricerche ricavo la persuasione che la statua della Madonnavestita, e riportata nei testi, non poteva essere quella del Domm; che nel 1860 una leg­ge arcivescovile aveva proibito le Madonne vestite nelle chiese che erano un poco trattate come bambole; in ob­bedienza a quella legge il parroco avrà chiesto un contributo ai parrocchiani per comperare la nuova.

Ma quella del Rosario dove è finita? All’inizio del 1974 riunivo la domenica po­meriggio le donne per la recita del Santo Rosario e in quelle occasioni le signore Ercoli mi dissero che a casa loro, posta accanto alla chiesa, c’era una Madonna lignea vestita che era sempre stata lì. Anzi mi assicurarono che aveva fatto loro un miracolo e mi invitarono a visitarla.

Dopo la visita mi rimase la convinzione che quella era la Madonnavestita che era finita accanto alla chiesa, questo me lo suggerivano le proporzioni di quella statua: non era una semplice statuina di famiglia. Conservavo nel mio cuore il desiderio di richiedere la statua a quella famiglia allo scopo di riportarla a “casa sua”: cioè in chiesa.

(…) In occasione di un pellegrinaggio parrocchiale a Lourdes nel 1982 fra i partecipanti vi era anche Tina Ercoli. Avevo già accennato il mio progetto ai cugini Santino e Mario, ma a Lourdes ne parlai a Lei e le feci la promessa che se mi avesse donato quella Madonna l’avrei collocata nella “nuova chiesa”. Benché molto legata alla “sua Madonna” Tina sorrise all’idea e si convinse che era bene cederla: così potei trasportarla in parrocchia e la riposi in una cassa di legno. Era proprio conciata male.

Negli anni 1983/85 pensavo che non fosse quello il tempo di restauro perché ero già impegnato a raccogliere fondi per la nuova chiesa. Il restauro l’avremmo fatto quando la chiesa nuova sarebbe stata costruita. Nel 1984 mi recai con alcuni pellegrini in Terrasanta.

Mi trovavo nella moschea di Omar a Gerusalemme ed il padre che ci faceva da guida spirituale ci spiegò che quella era una delle sette meraviglie del mondo e terminò il suo discorso dicendo: “ri­cordati don Enrico che Dio vuole cose belle. Non fermarti di fronte alle diffi­coltà per la tua chiesa, continua e non aver paura: vedrai l’opera di Dio”. (…) Nel 1986 sono salito a Tesero con mio fratello per fare una visita al cimitero dove riposano i miei cari ed un lunedì de­cisi una gita al santuario della Madonna di Pietralba, vicino a Bolzano. Entro nella chiesa e vedo una piccola statuina della Madonna. Mi dico che è proprio piccola eppure quante grazie ha operato. Dopo un momento un secondo pensiero: “tirami fuori dalla cassa, esponimi alla devozione degli abitanti di Assago e poi vedrai che cosa sono capace di fare”. È stata una folgorazione! La Mamma mi chiedeva l’esposizione, il restauro e la devozione degli abitanti.