S. Giovanni Battista alla Cascina Bazzanella

A San Giovanni Battista si sale all’ingresso con due gradini. La chiesa è antichissima e piccola minaccia rovina; è senza cielo e senza pavimento, senza sepolcri, con un battistero antico e con il campanile con una campana. Non ha rendite. Ha le cadene sopra li travetti, le codeghette e li coppi sopra.
Ha un occhio sopra della porta e una finestra a tramontana alta m 1,94Ha un cielo solamente quanto attiene l’altare, che è appresso al muro. Il pavimento è di terrazzo.
Ha una campana sopra due pilastrini in fronte alla chiesa in meridione. Non vi è segno della consacrazione, né per ricordo di uomini”.

Ordini di S. Carlo:(Dopo le visita del 1572) “Si facciano croce e candelabri e non si celebri più la messa prima che tutto quanto detto, secondo il giudizio del Vicario foraneo è stato eseguito. Si ritocchi l’altare e lo si riduca a misura e sia inserita la pietra sacra secondo la misura in dicata dalle norme. Si perfe

zioni il soffitto dell’oratorio e vengano intonacate e imbiancate le pareti. Si metta la ferrata alla finestra che sta a lato sinistro dell’altare e si metta anche un’anta. Si di pinga qualche divina figura dietro l’altare al posto dell’icona. La finestra rotonda sopra la porta sia conservata e tutte le finestre munite di grate e ornate di tele. Venga fatto un vaso per l’acqua santa secondo le giuste forme. Due buoni uomini vengano incaricati dal Vicario foraneo per le riparazioni e fabbrica di questo oratorio; essi raccolgano le offerte e altro e le segnino su un libro, e cerchino di bene amministrarle per poi darne nota. Gaspare de Acerbis per un legato della madre deve dare 9 libbre come è descritto nella precedente visita”:

Il testo originale del parroco don Enrico Vago, concludeva: “attualmente la chiesa è sconsacrata. Della sua primitiva struttura mi sembra sia rimasto poco.

Essa appare esternamente abbastanza conservata e mantiene alcune delle sue caratteristiche: l’alzata dei due gradini è visibile; la porta centrale con arcata e l’occhio centrale con nel mezzo una bellissima croce in legno, di singolare fattura.

A ciascuno dei lati due archetti divisi nel mezzo da una colonna di granito con capitello con sottile abaco quadrangolare. Al centro degli archetti il disegno di croce. Nel retro della chiesa, al centro, un’arcata, chiusa da un cancello di ferro, sopra l’arcata un altro occhio dal diametro di cm 60. All’interno ho notato dei vecchissimi tiranti in ferro, chiamati cadene, che potrebbero essere serviti a sostegno dell’antico soffitto”.

La località ricordata di “Monte Gaudio”, frazione di Assago posta lungo la strada di collegamento con la cascina Bazzanella, ci riserva qualche sorpresa dal punto di vista della toponomastica.

Menzionata in vari documenti ed indicata come sede di un cascinale nel catasto teresiano del XVIII° secolo, ospitò in epoca medioevale un’abbazia di monaci cistercensi che provenivano probabilmente da un convento francese.

La stessa denominazione sembrerebbe infatti suggerire l’origine e l’antica destinazione mistica del luogo: Mont Joie o Mons Gaudii.

Alcuni ricercatori sostengono che in periodo molto più remoto sulla stessa area esistesse un misterioso villaggio etrusco chiamato Tucinasco, che altri a ragione però identificano in Tolcinasco, nei pressi di Rozzano.

L’abbazia di Monte Gaudio rimase attiva dal 1200 circa al 1349, quando Giovanni Visconti fece trasferire tutti i monaci assaghesi nella Certosa di Garegnano, nei pressi del Cimitero di Musocco.

Il fabbricato dell’abbazia fu venduto a privati che lo trasformarono in una fattoria. Divenuta pericolante fu abbattuta nel 1846.

Veduta aerea della Cappella di S. Giovanni Battista alla cascina Bazzanella