Introduzione alla storia della parrocchia di San Desiderio

Queste pagine web costituiscono un doveroso impegno nei confronti degli Assaghesi, passati, presenti e… futuri! Custodire il patrimonio artistico di un paese è infatti un dovere della comunità che lo custodisce, questo patrimonio: un dovere verso chi ci ha preceduto, e un dovere per chi verrà dopo di noi.

E questo hanno fatto gli Assaghesi, dai parrocchiani umili e sconosciuti, ma pur sempre determinanti, ai Parroci che si sono susseguiti alla guida della comunità, alla Amministrazione Comunale, alle Aziende che operano sul territorio, ad alcuni Enti, come la Cariplo, che hanno preso a cuore la cosa.

Nasce così il libro, della storia della chiesa di San Desiderio, da cui sono tratte queste pagine, che documentano l’impegno comune di tutti per custodire e conservare il tesoro più antico che esista in Assago: la Chiesa di San Desiderio.

Il restauro statico e conservativo è durato una decina d’anni, ed anche di più se si considera che alcuni lavori, anche molto importanti, come la riscoperta degli affreschi dell’abside, erano iniziati anche prima.

Ne è venuto un imponente lavoro, che se da una parte è stato un pesante aggravio economico (ma, come ho detto, tutta la comunità ha risposto con generosità), dall’altra si è rivelato anche un viaggio affascinante nella Storia: durante i lavori di restauro infatti ci è stata data l’occasione per conoscere più a fondo le vicende passate della nostra antica chiesetta, ed anche di spostare di molti secoli indietro le lancette della storia documentata negli scavi archeologici: infatti se prima si pensava che i reperti più antichi fossero da assegnare al secolo XV, ora abbiamo la possibilità di vedere, sotto la pavimentazione, resti di una chiesetta ben più antica (risalente al sec.XII) e addirittura ruderi di costruzioni romane che spostano fino al sec. II-III le più antiche tracce di presenze umane nel nostro territorio, e questo è proprio sotto la nostra chiesa! Insieme alla chiesa, ecco affiorare dalla Storia le Cascine con le loro chiesette, e l’affascinante “Duomo di Assago”, costruito nel cortile parrocchiale, estrosa costruzione che molti venivano a visitare provenendo anche da molto lontano (non più tardi di qualche anno fa, ancora una anziana signora di Abbiategrasso venne a chiedermi: “Ma dov’è finito el Dom de Asagh? Sono venuta apposta a visitarlo, come tanti anni fa, quand’ero ancora bambina… “).

Ma la comunità di Assago ama la sua chiesa di San Desiderio perché ad essa è attaccata la storia di questo paese, qui sono stati battezzati i nostri vecchi, qui molti di noi si sono sposati, qui si sono incontrati molte domeniche e feste della loro vita, qui hanno salutato i loro vecchi (e qualche volta anche meno vecchi) che si incamminavano per l’ultimo viaggio verso la Vita Eterna.

Naturale, quindi, che gli Assaghesi abbiano voluto fermamente conservare e far tornare all’antico umile splendore la loro chiesa: non solo per i valori storico-artistici che conserva, ma anche per tenere in vita la storia del passato, che ci appartiene e della quale noi oggi siamo i custodi e i continuatori.E questo ha fatto, anche se la nostra comunità parrocchiale, il nostro paese, hanno avuto bisogno, in questi ultimi anni, di una nuova chiesa, più grande, più adatta alle mutate esigenze numeriche della popolazione moltiplicatasi almeno per 10, impegno che pure è stato assolto con dignitoso sforzo da parte di tutti, e con eccellenti risultati: anche la nuova chiesa di S. Maria, pur in un genere artistico e architettonico assai diverso, è oggi una bella chiesa, senza nulla togliere al fascino dell’antico che promana da San Desiderio.

Buona lettura, dunque.

E se un po’ di emozione vi prenderà a leggere queste righe, o a rivedere alcune delle immagini che troverete in questo libro, buon segno: vuol dire che sentite, come è giusto, che abbiamo reso onore a una chiesa che ci appartiene e a cui apparteniamo, come a nostra madre, sentendoci noi i suoi figli.

Non sarà un caso che, pur essendo dedicata al Santo vescovo e martire Desiderio, la nostra chiesa squaderni davanti agli occhi di tutti un’abbondanza straordinaria di immagini della Madre del cielo…

Il Parroco don Umberto Caporali

Don Umberto Caporali e Giampiero Livini hanno adattato liberamente alcuni testi di don Enrico Vago, di Jole Bindella, di Viviana Seveso e Daniele Calvi