Eccomi! Mi chiamo don Matteo (non quello delle TV!) Panzeri e sono nato il 6 Settembre 1976 a Milano.
Ho vissuto in via Lorenteggio, tra Piazza Frattini e Piazza Bolivar, nella Parrocchia di S. Vito al Giambellino, fino a quattordici anni quando ho scelto di entrare nel Seminario Diocesano di Venegono Inferiore in
prima superiore.
Sono divenuto prete l’8 Giugno 2002, membro dell’ultima classe ordinata del Cardinal Carlo Maria Martini. Il suo esempio e i contenuti del suo ministero sono sempre stati per me riferimento luminoso, criterio utile, stimolo esigente. Sono stato responsabile di pastorale giovanile presso le Parrocchie di S. Elena in Milano e di S. Giuseppe in Cinisello Balsamo, tra il 2002 e il 2014; a Settembre di quell’anno sono stato nominato Vicario di comunità con incarico di responsabile Caritas presso la Parrocchia di SS Nazaro e Celso alla Barona nella Comunità Pastorale S. Giovanni XXIII a Milano.
E’ lì che ho vissuto fino ad oggi, attraversando negli ultimi undici anni varie vicissitudini come a Ottobre 2018 la salita al cielo di mio papà (la mamma ci aveva già lasciato a Gennaio 2007) e un ricovero importante a causa del Covid nel Dicembre 2020, da cui sono fortunosamente uscito, pur se irreversibilmente cambiato.
La storia di quel ricovero mi è nato in cuore di raccontarla in un libro: “CURATO, quando chi ti guarisce ti salva” Ed. Effatà; amo dire che è un libro che si legge facilmente e che, soprattutto, finisce bene: il protagonista se la cava.
Ho un fratello che vive a Dublino, Francesco, e un gatto siberiano, Sacripante.
Da circa quattro anni in casa con me abita anche un giovane salvadoregno di nome Elias; in accordo con il Vescovo e il Vicario, l’ho accolto volentieri per sostenerlo nel suo percorso di studi in Ingegneria Meccanica presso il Politecnico di Milano.
In questi ventitré anni di ministero mi sono inoltre occupato del complesso mondo dei migranti e nel 2022 mi sono laureato in Psicologia Clinica presso l’Università Bicocca; oggi sono al secondo anno di specializzazione presso la Scuola Italiana di Psicoanalisi della Relazione (SIPRe) e collaboro con il servizio di Etnopsichiatria dell’Ospedale Niguarda di Milano, il quale cura persone in stato migratorio con sofferenza psicopatologica.
Sono molto felice di poter iniziare ad Assago il servizio di Parroco, insieme a suor Manuela e a ciascuno di voi.
Tra tanti pensieri e immagini che in queste settimane mi hanno attraversato, ne cito volentieri due: il primo, il Cardinale Martini quando diceva: “Ricordate che dove andrete lo Spirito Santo lì è già da tempo presente e al lavoro ed Egli opera sempre prima di noi, più di noi e meglio di noi”; è una consapevolezza che dà serenità e bendispone a un lavoro solerte e fiducioso.
Il secondo, la parola “sinodalità”: essa è di recente molto usata nella Chiesa, forse a volte in maniera un filino ridondante; mi pare tuttavia un termine assai promettente poiché, oggi più che mai, o si fa Chiesa tutti insieme, senza sentirsi migliori di altri, o semplicemente non si fa.
La Comunità dei discepoli di Gesù in questo nostro tempo è chiamata alle sfide lanciate dalla complessità del mondo ontemporaneo; dalla rapidità dei mutamenti; dall’incontro interessato col diverso; dalle esigenze di cambiamento e trasformazione; dalla fedeltà alla conversione di pensieri, parole, consuetudini, convinzioni come esige la sequela del Vangelo; dai rischi, un po’ classici, dei nostri limiti umani.
Mi pare che verso ciò ci chiami oggi, tutti, nessuno escluso, il Signore Risorto, come sempre esortandoci ad essere aperti, dialoganti, fiduciosi, coraggiosi, perseveranti, docili.
Non penso che potrei fare molta strada in questa direzione, da solo. Insieme invece… si può davvero compiere un bel cammino!
Don Matteo
