S. Ilario alla Cascina Bazzana Superiore

L’appellativo delle due cascine Bazzana e Bazzanella, un tempo densamente abitate e caratterizzate da un’intensa attività agricola, deriverebbe anche in questo caso da un colono romano di nome Battius. Più realisticamente, ricorrendo invece all’etimologia popolare dei soprannomi, forse la moglie del proprietario della cascina aveva un’ingombrante bazza (Bazzana), oppure era particolarmente estroversa, cioè un po’ balzanella (Bazzanella).

Il 16 gennaio 1572 S. Carlo visita S. Ilario e scrive: “È piccola, l’altare è proprio indecente e sul muro in modum finestrella c’è l’immagine della Beata Vergine con una grata davanti e si dice che la devozione del popolo per questa immagine sia grande! Ma la chiesa non ha né soffitto né pavimento.

La chiesa è molto cadente, senza il Santissimo. Ha le cadene sopra le codeghette e i coppi: ha due finestre in meridione e un uscio; ha due finestre nella nicchia e ha un altare; ha un uscio nella cappella che va in sacrestia; vi è un luogo dove sona la campana cui v’è due pilastri sopra l’arco della vita; ha una finestra per campanile con la campana; fuori vi è il cimitero; non si conosce nulla della consacrazione; minaccia rovina; vi è una cappellina dedicata alla Beata Vergine Maria.

La sacrestia è fatta di mattoni, la chiesa ha una rendita di libbre 2,15 recepite per un terreno annesso alla chiesa.

Nel sopradetto loco di Bazzana nella casa del sig. Alloisio Croce vi è un oratorio sotto un portico intitolato Alli Tre Maggi. L’oratorio è alto 3 metri. Ha la soffitta dipinta, non vi è predella”. Nel 1566 avrebbe dovuto essere abbattuta e il materiale utilizzato per rimettere in ordine S. Margherita.

Ordini di S. Carlo:

(Nelle visite pastorali, in base allo stato delle chiese, venivano date istruzioni -ordiniper il recupero e l’abbellimento delle stesse.)

“Questa chiesa si vada accomodando, accomodata che sarà prima la chiesa S. Margherita di Bazana (…). L’altare si riporti e si accomodi sotto la niccia che vi è e quale si faccia alla misura et se li proveda di pietra sacrata grande quanto se inserisca in esso altare. Se li proveda di bredella; di candelieri almeno di legno dipinti (…); si rinfrescano le figure della niccia; si faccia el soffittato et il pavimento quando si potrà; le finestre se murino dal mezzo in giù che se li potrà veder metà per di fuori; se mettano le sue stamegne; si facciano le ante alle porte con le sue cadenazzi et chiavi”: